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Cinema e TV

DEVS: determinismo o libero arbitrio?

Se fosse tutto scritto, se il futuro fosse già predeterminato e noi non potessimo farci nulla? E se invece fosse sì scritto ma potessimo ugualmente opporci cambiando il corso degli eventi?
Non è certo la prima volta che il cinema, la tv e la letteratura si interrogano su questo affascinante dilemma: libero arbitrio o destino?

La serie Tv Devs si aggiunge a questa lunga lista di cui forse Matrix è stato il capofila insuperabile della moderna cinematografia, e lo fa con una sua ambiziosa originalità di scrittura, raffinata e profonda e con una storia mai banale ed intrigante.

Prodotto realizzato da Hulu e distribuito in Gran Bretagna dalla BBC, al momento non si sa ancora quando e dove poter vedere Devs in Italia, scritto e diretto dal britannico e sofisticato Alex Garland.

Alex Garland è il regista di quella piccola gemma di Ex Machina (2014) che lanciò l’attrice Alicia Vikander e fu un successo di critica e pubblico. Anche il suo ultimo film Annientamento (2018) dava ottimi spunti di riflessione sul futuro e l’umanità ma non ha avuto grande successo di pubblico.

Devs narra di super computer quantici, della capacità attraverso la tecnologia di vedere nel futuro. Un futuro in bilico tra determinismo e libero arbitrio.

La serie tv è lenta, si avvia verso il crime e ti porta lentamente all’interno di Devs, scandaglia nelle personalità dei personaggi, si interroga sull’amore, sul futuro degli esseri umani ed arriva fino alla religione, al peccato originale.

E’ Eva a cambiare la storia dell’umanità. Ma se Dio è onnisciente, perché è così adirato con Eva? Quindi non conosce nemmeno Lui il futuro, oppure sa e permette che si compia questo futuro
“alternativo”?

Devs si spinge ambiziosamente nei meandri della Fede. La fede nella tecnologia, degli arroganti guru dell’Hi-Tech che “si credono come Dei”, nella fede in se stessi e nella capacità di determinare autonomamente il futuro.

E’ piena di dettagli, ha una colonna sonora sontuosa, una fotografia ricercata con ambientazioni tra la San Francisco dei campus tecnologici e dei giovani geek e la foresta solitaria, ambigua e misteriosa dei laboratori di Devs dalle linee squadrate e fredde e le luci dei super computer.

E’ un prodotto complesso, non è intrattenimento, ti spinge quasi a fermarti e ripudiarla ma una volta giunti fino in fondo ti ripaga.
Il futuro di Garland non è quello di Black Mirror, è più ottimistico, non è distopico, alla fine vince l’Amore.

E’ forse la serie dell’anno. E’ gran bella Tv, da non perdere.

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