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Il Significato de “Il Potere del Cane”

Il film di Jane Campion su Netflix con 12 Nomination agli Oscar

Attenzione: contiene spoiler. Leggere dopo aver visto il film

Era da tempo che non sentivo il bisogno di soffermarmi ad analizzare un film come mi è accaduto con la visione de: Il Potere del Cane su Netflix della regista neozelandese Jane Campion.

Non che il film mi sia rimasto nel cuore. Infatti molte cose non mi sono piaciute e le ho trovate poco inclini alle mie corde. Ma questo non significa che il film non sia interessante, anzi tutt’altro.

E’ un film piano di spunti e meravigliose tecniche cinematografiche. E’ pienissimo di dettagli e sfumature che emergono solo dopo averlo visto, pensandoci e leggendo, come ho fatto nelle successive ore, decine di analisi di critici cinematografici.

Più che scrivere una recensione del film mi vorrei soffermare su alcuni aspetti che lo rendono interessante.

Partiamo da una cosa tecnicamente ineccepibile: la regia e la fotografia sono meravigliose.

Il modo in cui il film è raccontato, come si muove la macchina da presa, la scelta dei punti di visti della camera è un capolavoro. Se lo rivedessi altre 2/3 volte scoprirei ancora tanti dettagli.

I personaggi non sono quasi mai in primo piano, tranne Phil (Benedict Cumberbatch). Anzi spesso vengono ripresi piccoli, in mezzo alla sconfinata e bellissima campagna del Montana.

Campion indugia molto sulla natura e sugli animali (i cavalli soprattutto) e privilegia colori caldi nelle inquadrature. Quando ci sono i protagonisti è sempre penombra, sono scuri, poco definiti, tetri.

Emerge la sensazione che la regista disprezzi gli umani e ami la natura. C’è sempre inquietudine quando ci sono gli attori e pace quando riprende la natura.

Una scelta che mi ha lasciato l’amaro in bocca, voluta o meno non saprei, è il disegno emotivo dei personaggi. Quando sembra che voglia raccontarci qualcosa in più, la regista si allontana e ci lascia nel mistero. Il film è emotivamente glaciale e respingente.

Tutto ruota attorno a quattro personaggi. George (un ottimo Jesse Plemons) è il personaggio più marginale. Lui è quello dai buoni sentimenti, mediocre ma spinto all’evoluzione e al progresso in una America che sta crescendo e si sta urbanizzando.

Poi c’è Rose (Kirsten Dunst), vedova, madre, unica figura femminile in un mondo di maschi e maschilista. Assisteremo alla sua discesa negli inferi causata dalla cattiveria di Phil (Benedict Cumberbatch) il protagonista principale su cui gira tutto ma non il cardine del film.

La migliore rappresentazione di Cumberbatch (l’Oscar non glielo toglie nessuno), bravissimo a rappresentare i contrasti dell’uomo tra il ruolo del cowboy mucho e la sua latente omossessualità. Sporco quanto raffinato nella conversazione, egoista, cattivo con la cognata quasi a simboleggiare il tormento con la sua parte femminile che reprime e nasconde quanto vulnerabile con Peter.

E poi c’è Peter (Kodi Smit-McPhee), figlio di Rose, colui che è l’essenza del film dall’inizio alla fine.

Lo scopriamo quasi fragile, lui effemminato e diverso in un mondo di cowboys e lo ritroviamo cinico, spietato e manipolatore tanto da uccidere con premeditazione Phil.

Ma cosa è questo Potere del Cane? Il cane non è qui l’amico dell’uomo fedele ed ubbidiente. E’ il cane della Bibbia, animale sporco ed impuro a cui non è dato accesso all’aldilà.

Il potere del cane della Bibbia è l’oppressione dei ricchi nei confronti dei poveri e deboli.

La corda infetta con cui Peter uccide Phil

Il cane è Phil, e Peter riesce a liberarsene, perché lui deve proteggere la madre e “rimuovere gli ostacoli” sul suo cammino. E’ ossessionato dall’attaccamento per la madre che emerge, non detto, anche alla fine del film, quando nella notte lui osserva dalla finestra sua madre Rose che torna a casa con il marito.

C’è un “non detto” nella storia dei personaggi che mi ha personalmente infastidito. La regista ha ammesso di aver voluto lasciare agli spettatori supposizioni e pensieri sui personaggi. Ad esempio mi chiedo ancora, forse Phil ha protetto sua madre anche quando è morto suo padre alcolizzato e violento? Era davvero un suicidio o anche lì l’ha “protetta”?

Il Potere del Cane è un film complesso che va oltre la semplice visione dello spettatore Netflix. E’ lento, meditativo, particolareggiato, geometrico nelle sue inquadrature.

Non lo porterò nel cuore per quanto sia glaciale e cinico, ma rimane un grande film che vale la pena vedere e su cui discutere.

Fatemi sapere cosa ne pensate, lasciando un commento.

2 risposte su “Il Significato de “Il Potere del Cane””

Il film elimina tutta la prima parte del libro, quella della vita del dottore, tra il trasferimento in quella terra di frontiera, ai fallimenti, all’alcolismo, alle vessazioni di Phil, fino al suicidio. Senza quella parte, l’inizio e il seguito, soprattutto dell’evoluzione di Rose, non sono facili da interpretare. Lo so perché ho letto il libro prima e mi sono confrontato con qualcuno che ha visto il film ma non ha letto il libro e non aveva ben chiari alcuni comportamenti.

Detto questo, il film è ambientato nel Montana, ma è girato in Nuova Zelanda :-)

Grazie per la precisazione Luca. Infatti alcuni pezzi non tornano. Tuttavia non sono così certo che alla regista importasse più di tanto :-)

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